18 giugno 2010

Kinderkreuzzug

-Che fate, bambini, nel fango?
-Giochiamo.
-Perché giocate nel fango?
-Ci hanno detto i nostri genitori di restare qui, perché il fango ci macchia e ci protegge.
-E dove sono i vostri genitori?
-Non ci sono più, se ne sono andati. Ci hanno lasciati nel fango e sono andati via. Noi eravamo piccoli, e forse loro non erano davvero i nostri genitori.
-Venite con me, bambini, suonerò il flauto per voi.
-Noi vogliamo giocare, signore.
-Vi porterò al mare, bambini. Io guiderò la fila soffiando note nel flauto, e voi verrete dietro di me seguendo quelle note; quando la musica finirà, saremo giunti al mare e lì vi laverete del vostro fango.
-Non si può giocare nel mare, signore, il mare è immenso e trascina via noi bambini.
-Con me sarete al sicuro, io sono il bene e la salvezza. Giocherete e giocherete finché non sarete stanchi e felici, e neanche allora il mare vi porterà via, ma vi accarezzerà.
-La vostra faccia, signore, la vostra faccia è piena di luce e non si vede il vostro volto.
-La luce del sole mi illumina perché sono il giorno e il bene, bambini; e dal mio flauto, quando lo suono - vedete? - irradia altra luce, perché ogni sua nota avvicina al mare e alla salvezza.
-Non ci può essere bene in un volto che non si vede, signore, e senza bene mi domando quale sia la salvezza che ci promettete.
-Quando saremo al mare tutto sarà pulito e visibile, bambini. Ora il vostro fango vi impedisce di contemplare la luce e di accostarvi al bene.
-Noi vogliamo bene al fango, signore, è il nostro unico gioco.
-Bambini, io sono la luce, e il mare è la salvezza. Venite con me.
-No, signore. Noi restiamo nel fango.
-Rifiutate la pulizia e la luce?
-Il vostro sole non ha ombre, signore, e ci fa paura. I nostri genitori, credo lo fossero perché ci hanno voluto bene, ci hanno insegnato a diffidare della luce eccessiva, perché quando abbaglia è come fosse notte.
-Bambini, così perdete tutto.
-Teniamo i nostri giochi, signore, e il nostro giocare è la nostra libertà. Addio, e buon viaggio, signore.

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