05 marzo 2009

Io m'arcordo

In tutta la mia vita, solo una volta sono stato a Viterbo: era l'inizio del 2005, il tempo era pessimo e io ho visto gli alieni e Centofanti. Ma partiamo dall'inizio.
All'epoca vivevo a Roma e avevo tutte le domeniche libere, perché i miei parenti erano molto lontani e mi risultava difficile, o impossibile, presentarmi da loro alle una e venti reclamando la mia porzione di vincesgrassi. Per questa ragione restavo a Roma e facevo il meno possibile per tutta la giornata: perché se non potevo avere i miei vincesgrassi, mi sembrava giusto non sprecare le calorie che non ricevevo. E mi pare che fin qui il discorso fili.
Una domenica però giocava l'Ancona a Viterbo, nel quadro del girone B della serie C2. Il termine "girone", devo dire, è quantomai azzeccato, perché se ti tocca andare a vedere uno spettacolo simile è segno che in vita hai fatto qualcosa di male. Ad ogni modo, anche se neanche lì mi avrebbero dato un piatto di pasta fresca, decisi di recarmi a Viterbo a vedere la partita. Sul treno, credo di aver passato il tempo a leggere o a guardare l'osceno panorama del Lazio settentrionale; di sicuro ho ignorato i diavoletti che in queste circostanze si accalcano a punzecchiare i tifosi delle squadre di C2 (si tratta di diavoletti metaforici, sia ben chiaro. Ché non si dica che sono pazzo). Giunto a Viterbo, ho mangiato un pezzo di pizza all'unto di altre pizze e mi sono diretto con calma verso il campo sportivo.
Ero arrivato all'altezza di un parco pubblico, piuttosto ampio e gradevole, quando mi hanno fermato gli alieni. Erano piccoli, vestiti con tute aderenti gialle da cui uscivano teste e mani color verde acqua, non avevano capelli e svolazzavano a un metro da terra. Per passare inosservati, ognuno di essi portava stretta al minuscolo collo una sciarpa della Viterbese. Io, vedendoli avvicinarsi, sperai che non volessero attaccar briga per la mia sciarpa biancorossa, poiché picchiarsi per una partita di calcio è un atto decisamente stupido e ingiustificabile; e farlo con degli alieni toglie anche il gusto del campanilismo. Ma non era di calcio che volevano parlare. Il primo alieno mi arrivò infatti, svolazzando, a trenta centimetri dal viso e mi chiese bruscamente: "Hai presente S*?". Ce l'avevo presente sì, e che la fama del suo culo fosse arrivata agli estremi confini della Via Lattea era una notizia che non mi stupiva più di tanto.
L'alieno continuò informandomi che non dovevo toccarla, quella ragazza, e che non dovevo nemmeno pensare di provarci. Io protestai a lungo e veementemente, ricavandone solo minacce. Forse ad un certo punto alzammo anche la voce; dico questo in quanto la folla che si dirigeva allo stadio fissava infastidita il nostro capannello. Alla fine, rattristato ma persuaso della necessità di non fare un torto agli alieni, chiesi perché fossero venuti fin sul mio pianeta, fino a Viterbo, con l'unico apparente intento di censurare il mio interesse per l'altro sesso.
"Perché sul nostro pianeta il tuo sperma provoca sommovimenti politici e siamo in campagna elettorale", mi rispose con franchezza uno degli omuncoli volanti. "Se non scopi fino all'estate ti mandiamo un ciauscolo di Alpha Centauri". Promisi, anche se del ciauscolo mi fregava ben poco. Ma la paura era tanta, e io in fondo sono un vigliacco con i più verdi. Gli alieni allora sparirono, sempre minacciandomi con le dita e facendo gestacci inequivocabili.
Rimasi un po' lì, nei pressi dello stadio, e incrociai Felice Centofanti (all'epoca dirigente dell'Ancona Calcio); fui felice per quest'incontro inaspettato e lo salutai con parole affettuose. "f(x) = x6/5 + 4x4/5 - 7x/5 - 2 = 1/5 (x+5)(x+1)(x-2)", rispose lui, giacché Centofanti si esprime solo attraverso funzioni di polinomi complessi. Poi entrai allo stadio; per la cronaca, la partita andò male.
Tornato a Roma, ho incontrato la ragazza che non potevo toccare e non l'ho toccata, né quel giorno né mai. Le elezioni degli alieni si sono svolte correttamente e le ha vinte il Partito dei Piccoli Proprietari Terrieri. Peraltro, non mi hanno mai spedito niente, o forse le poste hanno perduto il pacchetto.


nota: uno degli incontri descritti in questo raccontino potrebbe anche essere frutto esclusivo della fantasia del narratore. Potrebbe.

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