02 luglio 2008

L'opera al celeste

E così son due anni che appaiono parole su questo spazio. Come passa il tempo, vero? Sembra ieri che vagavamo nudi per le steppe africane, timorosi ad ogni passo dell'attacco felpato dei felini dalle forti mascelle che stringono e dalle zanne affilate che lacerano*. Crediamo tuttavia che per celebrare degnamente questa fausta ricorrenza sia il caso di lasciare la parole ai lettori, a coloro che da due anni fruiscono del gattusometro e, in ultima analisi. fanno sì che il tutto vada avanti con soddisfazione di chi scrive.
Ecco dunque le opinioni raccolte:
RAMZAN B., integralista islamico, Valle di Ferghana, Uzbekistan: mi piace questo blog perché i racconti che parlano di animali sono influenzati dalla dottrina wahabita.
ZORBA, piccolo cane nero, Italia Centrale: io amo rotolarmi nel fango e spaventare le oche saltando fuori all'improvviso da un nascondiglio e abbaiando forte.
MARIO R., individuo medio, Italia Nordoccidentale: sono una persona media e mi sento rispecchiato da questo blog in cui non succede nulla di particolare.
CHARLIZE T., prova dell'esistenza di coso, lì..., Dio, Africa Australe: sono innamorata da sempre dell'autore di questo blog.
BOGDANA K., coltivatrice diretta, Bulgaria: sono contenta che qui si parli bene della mia nazione e mi diverte leggere una lingua buffa come l'italiano.
CARMINE S., giocatore di videopoker, Italia meridionale: apprezzo la leggerezza di questo blog, che mi consente di distrarmi dal lavoro e dalle asprezze della vita.
MARIA N., imprenditrice nel settore turistico, Canton Ticino: non credevo fosse lecito utilizzare l'italiano in questa maniera, ma finché non lo incarcerano a me mi fa ridere.
DAVIDE D., impiegato, Sardegna: quest'uomo conosce e rispetta la sigla del Medio Campidano.
JULIE L., esteta e provocatrice, Parigi: questo blog fa talmente schifo da diventare bello.
Z. L., medico e alchimista, Bruges: ho trascorso la mia vita cercando di capire il fondamento della macchina umana, ma ogni volta che giungevo poco più a fondo nella conoscenza, mi accorgevo dell'insorgere di sempre nuove e più ampie complessità; cosicché il raggiungimento faticoso e lungo di ogni minuscola certezza trascinava con sé miriadi di dubbi. I viaggi e gli studi, innumerevoli e dolorosi gli uni e gli altri, non mi hanno avvicinato allo spirito dell'uomo, che è mutevole e nascosto; dissezionando cadaveri non ho individuato la sede dell'anima; osservando migliaia di uomini non ne ho compreso la natura. Ma sono ancora curioso e inquieto, e di quest'opera al celeste apprezzo soprattutto la fiducia nell'uomo e la volontà di capirlo, anche se non si può capire nessuno.

Qualora vogliate anche voi lasciare un vostro commento, sarò curioso di leggerlo.

*ci riferiamo ovviamente alla gita di Pasquetta della vostra famiglia.

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