28 aprile 2008

Racconti vaghi e assolutamente privi di pathos-vol. I

Nella nostra piccola ma rispettabile cittadina, sita dove il fiume fa quel giro largo, ma comunque molto prima del mare, successe una volta (io ero presente e posso esserne fedele testimone) un fatto piuttosto grave, che fece delle vittime e terrorizzò e paralizzò tutti coloro che assistettero all'evento e anche coloro ai quali fu semplicemente riferito da amici o parenti o anche da Piero, il figlio della fioraia, che era lì con delle gerbere che doveva consegnare al macellaio; il quale, da parte sua, stava organizzando un rinfresco per l'inaugurazione di un nuovo punto vendita (in una posizione a mio modo di vedere infelice, sia per la vicinanza di un incrocio che rendeva impossibile il parcheggio ai clienti in auto e fastidioso il passeggio ai pedoni intossicati dallo smog, sia per l'elevato pendolarismo che caratterizza quella zone e che non favorisce un negozio delle caratteristiche di una macelleria).
Il fatto grave e tragico era anche doloso, in quanto organizzato da un tale che mi pare lavorasse per un'organizzazione criminale e che aveva tutto l'interesse a destabilizzare la città e il territorio. Questo delinquente fu affrontato in Piazza Mazzini, o Garibaldi, comunque una di quelle lì, non si scappa, da un tizio che invece veniva stipendiato o comunque lavorava per le forze del bene, dell'ordine, per la pace in terra; al termine dello scontro, che si concluse con la morte, la fuga, la cattura o la combustione spontanea del criminale (io stavo mangiando del croccante al cioccolato comprato ad una bancarella tenuta da uno di Ferrara coi capelli biondo rame, un grosso sorriso gioviale e un'andatura claudicante, che ovviamente non potevo notare all'atto dell'acquisto, ma che mi risultò poi evidente mentre lo osservavo dirigersi, vestito di un lungo pastrano verde e con degli strani stivaletti di gusto un po' anni Sessanta, ai gabinetti pubblici; in tutto questo lo scontro decisivo era ancora in corso, e questo spiega alcuni dei miei dubbi sul suo svolgimento. Peraltro, il venditore di dolci di Ferrara aveva tre figlie femmine, una delle quali -molto carina, con un naso appuntito e le sopracciglia fini ma folte e arcuate su un paio di gentili occhi verdi dallo sguardo deciso- lavorava con lui, mentre le altre due erano sposate e seguivano altre attività. Per una curiosa coincidenza, una di queste ultime, Maria, aveva come marito un mio amico d'infanzia trasferitosi ben presto dalla nostra città. Diedi dunque incarico al dolciaio di salutarmelo caramente), la città fu salva e tutti tirarono un grosso sospiro di sollievo.
Due giorni dopo arrivò il Circo di Foligno, con il divertente pagliaccio Cripta e una coppia di acrobate tagike bionde che fecero innamorare gran parte dei giovanotti della città, i quali le osservavano ammirati mentre eseguivano i loro difficili e rischiosi esercizi, in cui le centroasiatiche davano prova di grande armonia e bravura.

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