30 luglio 2007

Come difendersi dai coccodrilli

Quando non si vive più bene a causa del timore di un attacco di coccodrilli, quando ci si sveglia sconvolti nel cuore della notte dopo aver sognato la vostra madrina di battesimo trasformarsi in un voracissimo caimano, quando il primo pensiero di ogni giorno è volto agli alligatori del Nilo e al loro ghigno demoniaco, allora la prima cosa da fare è svuotare il proprio conto in banca e acquistare un appartamento in uno stabile all’avanguardia. Ma all’avanguardia vera: l’edificio cui ci riferiamo è privo di scale, tanto per chiarire, oppure le ha viscide e dirute e impraticabili per qualsiasi genere di sauro. L’assenza di una rampa di scale, in estrema e spietata sintesi, è anche per il coccodrillo più feroce e motivato un ostacolo pressoché insuperabile. In effetti, la struttura fisica del rettile fa sì che questi, per chiamare un ascensore, sia costretto a ricorrere alla cosiddetta piramide di coccodrilli: cinque coccodrilli formano la base, quattro il secondo livello, poi tre e due coccodrilli costituiscono gli strati successivi; e solo il rettile solitario del quinto piano si trova finalmente in condizione di schiacciare il pulsante del montacarichi. Se ne deduce che occorrono quindici coccodrilli per prendere un ascensore; e un assembramento di quindici lucertoloni, siamo franchi, è tale da indurre al sospetto e alla delazione il più discreto dei vicini di casa o il più ignaro e casuale dei passanti ignari e casuali. Ovviamente, quanto detto non vale per gli alberghi e i loro lift, dov’è il ragazzo in uniforme ad aprire le porte ai clienti, siano essi squamati o no, e a condurli al piano desiderato; per questo motivo gli hotel, in particolare quelli di lusso, sono unanimemente considerati luoghi ad alto rischio di attacco coccodrillico. Non dimorate in albergo se temete una tale eventualità.
Se invece non si ha a disposizione il capitale necessario all’acquisto di una casa con le caratteristiche elencate sopra, si cominci ad esercitarsi col trombone. E’ noto infatti che i grandi rettili odiano più di ogni altra cosa il suono caldo e versatile di quello strumento a fiato, al punto da evitare sistematicamente di frequentare i dintorni dell’abitazione e perfino il quartiere che ospita dei trombonisti; taluni alligatori, richiesti della loro presenza, usano accampare pretesti per evitare di dover trascorrere del tempo in luoghi infestati dal suono del trombone; altri giungono ad indossare il bracciale azzurro, che presso i coccodrilli è il simbolo universale della ripugnanza e del fastidio, e scrivono lettere alle circoscrizioni e ai consiglieri comunali di minoranza per stigmatizzare la tolleranza di un tale, insopportabile e volgarissimo rumore. E’ chiaro a chiunque che ci riferiamo esclusivamente al trombone a coulisse: se pensate che un semplice trombone a pistoni possa inquietare un rettile del peso di svariati quintali, siete dei poveri illusi e non meritereste neanche queste premurose righe d’avviso.
Infine, qualora capiti di disputare una partita di calcetto contro un coccodrillo, un caimano o un alligatore del Mississippi, ci si ricordi di tenersi sempre sulla destra. L’intero ordine dei Crocodilia è ben conscio dei propri limiti tecnici ed è impossibilitato per natura ed indole a schierarsi fluidificante mancino; si lasci pure che sia il centravanti ad assaggiare la tenace marcatura e gli anticipi mordaci del bestione verde: si tratta di uno dei più rari ed affascinanti spettacoli della natura, questo della lotta mortale tra un attaccante di movimento ed un predatore preistorico, e la fascia laterale di un campetto d’erba sintetica è un luogo privilegiato per assistervi.

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