14 marzo 2007

Minaccia delfina

L'ultima volta che ho visto Stephen Hawking stavo passeggiando davanti ad un bordello di Mumbai (la Bombay della nostra gioventù felice e, ahimé, lontana). Io mi trovavo in città per lavoro: mi avevano chiesto un reportage per Bicisport. Ero lì che chiedevo informazioni alle prostitute sui velodromi cittadini e sull'attività ciclistica del Maharashtra, quando vidi uscire lo scienziato inglese, accompagnato da due ragazze che avevano tutta l'aria di essere minorenni. Prima che potessi obiettare qualcosa, lo scienziato inglese si rivolse a me:
-Hai visto come sono decadente?
-Scusa?, risposi io, nettamente sorpreso.
-Via, sono uno dei maggiori ingegni dell'umanità e sto uscendo da un bordello con due prostitute adolescenti. Non so in che altro modo definire la cosa.
-E questo che dovrebbe significare?
-Che la razza umana è fottuta, direi. Siamo un impero al tramonto, come quello romano ai tempi dei banchetti bulimici.
-Solo che ai confini dell'Impero Romano premevano, giovani e biondi, migliaia e migliaia di barbari ansiosi di avere la gloria e il potere. A noi, non si vede chi ci possa sostituire.
Hawking sorrise, facendo scattare un meccanismo che posò una mano meccanica guantata sul fondoschiena dell'accompagnatrice più formosa.
-Perché tu sei un ignorante e non hai neanche immaginazione. E' pieno di specie animali che non aspettano altro che dominare il mondo. Poi, bisogna vedere se ne hanno le potenzialità.
-Tipo i cani?
-No, i cani proprio no. Il cane non potrebbe mai governare il mondo, perché ha bisogno di padroni. A chi obbedisce un cane dominante? Perfino tu capisci che non si può fare.
-Eh, vero, cacchio. E i gatti? I gatti sono intelligenti quanto e più dei cani, e di sicuro non necessitano di padroni. Potrebbero diventarlo loro, la prossima specie egemone.
-Naah, fece Hawking, mentre una ragazza gli passava una Winston rossa, il gatto non ne avrebbe voglia. I governanti si alzano presto, non è roba per loro.
-Quanto all'orso, è chiaro che non è neanche una possibilità di studio. L'orso non vuole il potere. L'orso vuole la figa.
-Il tuo ragionamento è metodologicamente corretto. Si vede che hai frequentato la migliore università d'Italia.
-Grazie, Ste. Sai cosa, però? Finora abbiamo trascurato gli animali per così dire "minori". Non è mica detto che ad un mammifero succederà un altro mammifero. Chi ci dice che non saranno invece gli insetti a prendere il potere?
Hawking ghignò.
-Quando ucciderò un uomo con il getto del mio pene inizierò a rispettare gli insetti. Non prima.
Soddisfatto, ordinò al computerino della sedia a rotelle di tirare una nuova manata su quel culo dravidico. Ero confuso, non sapevo davvero che replicare.
-E allora? Gli elefanti? Le scimmie? I giapponesi? I topi?
-No, ragazzo mio. La minaccia vera sono i delfini. Solo loro hanno i mezzi e la ferocia necessari.
-I delfini? La ferocia?
-Figlio mio, non sei mai stato al delfinario di Riccione? Non hai mai visto quel sorriso folle, quello sguardo vitreo?
-Ma sono così carini!
-Carini. Carini davvero!
Il genio sorrise a mezza bocca. Le ragazze lo guardarono con un terrore pieno di venerazione. Riprese la frase che aveva lasciato cadere.
-Quando te li troverai in casa, quegli animali carini, quando li vedrai insidiare la tua sposa, non so se li troverai ancora tali.
-Ma stai parlando di quel delizioso cetaceo grigiastro?
-Sì. Proprio lui. Già vedo la scena, la ragazza atterrita che cerca di indietreggiare, il delfino, sbattendo le pinne sporche del sangue del compagno di lei, che le urla contro brutalmente:"KRRR!!! KRRRRRR!!!!*"
-In effetti è una scena raccapricciante.
-Ma ti sembra sincero, il delfino? Sempre buono e conciliante con tutti, è più ecumenico di Veltroni. E perfino più ambizioso.
-E che dovremmo fare?
-Precederli. Imbracciare i nostri fucili e difendere la nostra libertà e la nostra vita. Arriveranno, perché arriveranno, ma ci troveranno pronti.
-Chiaro, professore.
-Ridi ora, Flipper! BANG BANG!! Ridi ora, figlio di puttana!
Il fisico fece scattare un marchingegno, il quale a sua volta fece sì che tremasse e si scuotesse tutto. Le ragazze lo portarono via mentre ancora si dibatteva. Da lontano mi gridò, con voce sintetizzata ma stentorea:
-Ricordati di queste parole! La prossima volta che li vedi saltare e la gente intorno a te applaude, torna a casa e olia il fucile.

***

Non ho più dimenticato quel monito. E credo che non dovreste farlo neanche voi. Per questo ho ideato questa campagna.


Fatela girare.

*Allora, troia, ora vediamo se ti piace il pesce [autoironia diabolica. I delfini sanno, ovviamente, di essere dei mammiferi].

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