21 marzo 2007

Mi fa una sega Camila Raznovich, a me

Di recente mi è accaduto un fatto curioso. A seguito della pubblicazione di questo post, sono assurto ad autorità indiscussa in campo medico e sessuale. Una sera sono anche andato a troie con il prof. Veronesi, a suggello della conquista del rango (ha pagato lui, dopo aver suggerito alle ragazze una dieta frugale e l'astensione dal vizio). Mi giungono dunque negli ultimi tempi masse e masse di lettere di poveracci che implorano il mio aiuto. Oggi, giacché sono buonissimo, risponderò ad una piccola parte di queste missive.

***

Caro esperto, Mi eccito sessualmente facendo retromarcia. E' normale?

Aspetti un secondo, sto parcheggiando. Sììììì. Tutto a posto, vai tranquillo. L'ACI appoggia questo genere di perversioni.

Ho una curiosità, eccelso e sapiente tamas. Qual è la quantità di sperma da ritenersi normale e sana nell'eiaculazione?

Guardi, è molto semplice: se non riesce a guarnire una torta di compleanno di una dodicenne con l'apparecchio, scrivendoci -davanti ai suoi amichetti assiepati attorno al dolce- "Tanti auguri, Maria Luigia", vuol dire che lei è anemico, apatico e non può ricevere i sacramenti cattolici. L'ho letto su Focus.
Ah, mi raccomando poi, una volta controllata la sua sanità riproduttiva, di tagliare lei stesso il dolce e distribuirlo tra i bimbi: non faccia la figura del cafone, per una volta.

Perché i giapponesi cacciano le balene?

Per invidia.


Come posso trovare il punto G?

Mi pare che ci sia un trenino da Termini. Ma forse mi sbaglio, provi con Googleearth.

Caro esperto, ho problemi di erezione. Come posso risolverli?

Le consiglio senz'altro di impiccarsi (funziona!).

Eminente tamas, la mia vita sessuale si è un po' impigrita ed infiacchita. D'altronde ho una certa età e frequento la stessa donna da parecchi anni, ormai, tanto che per me è quasi una sorella. Si può considerare questo calo del desiderio come del tutto normale, nell'ambito della parabola della vita sessuale?

No, no, è proprio che sei frocio.

Saggio esperto & consigliere, la mia vita sessuale è un po' in crisi. A seguito di una malattia della pelle, contratta nel Sudest asiatico, sono diventato particolarmente sensibile alle beccate e non riesco più a scoparmi i dindi. Mi aiuti, ne va della mia felicità.

Non chiedo di meglio che cooperare con un amico in difficoltà. La risposta alla sua angoscia non può che essere il coniglio: prima di tutto per la notevole mansuetudine, poi per la conformazione delle orecchie che rende questa simpatica bestiola piuttosto maneggevole nel rapporto sessuale. Capisco che le costi rinunciare ai dindi, ma purtroppo bisogna essere realisti ed onesti: anche la giovinezza ha un limite, superato il quale i dindi risultano troppo veloci e troppo nevrotici. Lei provi il roditore, vedrà che mi ringrazia.

Caro esperto, faccio l'amore una volta a settimana, subito dopo "Amici di Maria de Filippi"...

Ho già avvertito la polizia postale. Si ricordi che il sesso è amore, pervertito, non trastullo della sua mente malata.
Che schifo.

categorie: ,

Hir aj kam hir aj go

Cari devoti lettori delle mie cazzate, vi comunico che per un paio di mesi sarò per lavoro (...) in un Paese balcanico che chiameremo Collebianco, in maniera che non sia riconoscibile e per proteggerne il diritto alla privatezza. Quindi questo blog potrebbe anche risultare un po' spoglio, trascurato e abbandonato. Non come la vita sessuale di Tonino Carino, ma quasi. Voi continuate a visitarmi e a desiderarmi sessualmente, qualcosa mi inventerò per recarvi conforto. Vi voglio benino.

categorie:

16 marzo 2007

A pagina 217 trovi scritto che le ho voluto bene


-Vai un po' a vedere che ha fatto la Spal, lunedì mi sono scordato di guardare.
-Sei appassionato, eh?
-E' la bella squadra di una bella città. E' difficile non tifarle.
-Mi ricordo quando avevi la maglietta.
-Ce l'ho ancora. Quella antica e buffa, con il cerbiattino al posto dello stemma di Ferrara.
-Bella anche la maglia.
-Stupenda. In Italia, senza rivali.
-Beh, ci sono Lecco ed Alessandria.
-Parzialmente vero. La Spal però è più normale e altrettanto bella. E poi fa simpatia a tutti: mi ricordo quando giravo per la città universitaria, tutto biancazzurro, e mi sorridevano tutti.
-A Roma.
-A Roma, sì. E' rimasta un po' legata a quel periodo, quella maglia: la tiro fuori dall'armadio, osservo le righe e mi accorgo che continuano sull'asfalto cupo di un quartiere austero, si inerpicano per la salita della B* e arrivano ad una casa precisa.
-Non dirmi che hai sedotto una ragazza con la maglia della Spal!
-No. Non ho sedotto nessuno con quella maglia, tranne un ultras del Potenza, una volta.
-Che culo.
-Sedurre dà sempre soddisfazione. Che si seduca una donna, un uomo, un gatto. Il gatto ne dà di più, anzi, perché è più difficile.
-Ma parlavi di una donna, adesso.
-Sì. Una ragazza con gli occhi verdi, verdi, verdi e la pelle chiara chiara, di porcellana. E le labbra come salmone, che non si poteva smettere di baciare.
-E la Spal?
-Niente. Mi ricordo una domenica pomeriggio in quella casa, ho puntato il gomito sul cerbiattino per togliere la maglia, l'ultima cosa che avevo indosso. Mi aveva chiesto di fare l'amore prima che me ne andassi.
-E tu non potevi fare sesso con indosso quei gloriosi colori? Sarebbe stata una delle rare vittorie della Spal negli ultimi quindici anni.
-Non fare il cretino. A parte che nessuna donna vuole alzare gli occhi ebbri e addolciti verso il suo amante e leggere "CASSA RISPARMIO FERRARA".
-Non sono mai stato una donna, tuttavia posso concordare.
-Io mi metto nudo, ad ogni modo. Anzi, all'epoca avevo il suo bracciale, poi l'ho perduto dalle parti di Via Palestro, una merdosa giornata di un altro autunno, due anni dopo. L'ho cercato come un pazzo, mi è caduto dal braccio e non volevo che scomparisse dal cuore.
-Non funziona mica così.
-Lo so, ma saperlo non basta.
-Bisogna pure accontentarsi di qualcosa.
-E' vero. Abbiamo fatto l'amore e sono uscito da quella cosa. Non sono mai più rientrato.
-E questo lo sapevi?
-Non ne avevo la minima idea, che sarebbe finita così. Mi sono rivestito a cipolla -maglia da pallone, felpa con cappuccio, giaccone- e me ne sono andato. Sul bus ho cominciato a leggere Saramago, Storia dell'assedio di Lisbona. In tre giorni, Mogueime e Ouroana si sono avvicinati e io e la ragazza con gli occhi verdi ci siamo persi. Buffo, non ci avevo mai pensato.
-E che rimane di voi?
-Rimane una maglia da pallone nell'armadio, che è l'ultima cosa che mi parla di un amore a righe strette, strette come l'abbraccio di lei. E poi resta un sorriso, che diventa un rimpianto, che è di nuovo un sorriso.
-Comunque la Spal è messa abbastanza bene. Sarebbe ora che risalisse, d'altronde.
-Speriamo. Penso che presto la metterò di nuovo, quella maglia, la prossima volta che giochiamo.
-Presto.

categorie: ,

14 marzo 2007

Minaccia delfina

L'ultima volta che ho visto Stephen Hawking stavo passeggiando davanti ad un bordello di Mumbai (la Bombay della nostra gioventù felice e, ahimé, lontana). Io mi trovavo in città per lavoro: mi avevano chiesto un reportage per Bicisport. Ero lì che chiedevo informazioni alle prostitute sui velodromi cittadini e sull'attività ciclistica del Maharashtra, quando vidi uscire lo scienziato inglese, accompagnato da due ragazze che avevano tutta l'aria di essere minorenni. Prima che potessi obiettare qualcosa, lo scienziato inglese si rivolse a me:
-Hai visto come sono decadente?
-Scusa?, risposi io, nettamente sorpreso.
-Via, sono uno dei maggiori ingegni dell'umanità e sto uscendo da un bordello con due prostitute adolescenti. Non so in che altro modo definire la cosa.
-E questo che dovrebbe significare?
-Che la razza umana è fottuta, direi. Siamo un impero al tramonto, come quello romano ai tempi dei banchetti bulimici.
-Solo che ai confini dell'Impero Romano premevano, giovani e biondi, migliaia e migliaia di barbari ansiosi di avere la gloria e il potere. A noi, non si vede chi ci possa sostituire.
Hawking sorrise, facendo scattare un meccanismo che posò una mano meccanica guantata sul fondoschiena dell'accompagnatrice più formosa.
-Perché tu sei un ignorante e non hai neanche immaginazione. E' pieno di specie animali che non aspettano altro che dominare il mondo. Poi, bisogna vedere se ne hanno le potenzialità.
-Tipo i cani?
-No, i cani proprio no. Il cane non potrebbe mai governare il mondo, perché ha bisogno di padroni. A chi obbedisce un cane dominante? Perfino tu capisci che non si può fare.
-Eh, vero, cacchio. E i gatti? I gatti sono intelligenti quanto e più dei cani, e di sicuro non necessitano di padroni. Potrebbero diventarlo loro, la prossima specie egemone.
-Naah, fece Hawking, mentre una ragazza gli passava una Winston rossa, il gatto non ne avrebbe voglia. I governanti si alzano presto, non è roba per loro.
-Quanto all'orso, è chiaro che non è neanche una possibilità di studio. L'orso non vuole il potere. L'orso vuole la figa.
-Il tuo ragionamento è metodologicamente corretto. Si vede che hai frequentato la migliore università d'Italia.
-Grazie, Ste. Sai cosa, però? Finora abbiamo trascurato gli animali per così dire "minori". Non è mica detto che ad un mammifero succederà un altro mammifero. Chi ci dice che non saranno invece gli insetti a prendere il potere?
Hawking ghignò.
-Quando ucciderò un uomo con il getto del mio pene inizierò a rispettare gli insetti. Non prima.
Soddisfatto, ordinò al computerino della sedia a rotelle di tirare una nuova manata su quel culo dravidico. Ero confuso, non sapevo davvero che replicare.
-E allora? Gli elefanti? Le scimmie? I giapponesi? I topi?
-No, ragazzo mio. La minaccia vera sono i delfini. Solo loro hanno i mezzi e la ferocia necessari.
-I delfini? La ferocia?
-Figlio mio, non sei mai stato al delfinario di Riccione? Non hai mai visto quel sorriso folle, quello sguardo vitreo?
-Ma sono così carini!
-Carini. Carini davvero!
Il genio sorrise a mezza bocca. Le ragazze lo guardarono con un terrore pieno di venerazione. Riprese la frase che aveva lasciato cadere.
-Quando te li troverai in casa, quegli animali carini, quando li vedrai insidiare la tua sposa, non so se li troverai ancora tali.
-Ma stai parlando di quel delizioso cetaceo grigiastro?
-Sì. Proprio lui. Già vedo la scena, la ragazza atterrita che cerca di indietreggiare, il delfino, sbattendo le pinne sporche del sangue del compagno di lei, che le urla contro brutalmente:"KRRR!!! KRRRRRR!!!!*"
-In effetti è una scena raccapricciante.
-Ma ti sembra sincero, il delfino? Sempre buono e conciliante con tutti, è più ecumenico di Veltroni. E perfino più ambizioso.
-E che dovremmo fare?
-Precederli. Imbracciare i nostri fucili e difendere la nostra libertà e la nostra vita. Arriveranno, perché arriveranno, ma ci troveranno pronti.
-Chiaro, professore.
-Ridi ora, Flipper! BANG BANG!! Ridi ora, figlio di puttana!
Il fisico fece scattare un marchingegno, il quale a sua volta fece sì che tremasse e si scuotesse tutto. Le ragazze lo portarono via mentre ancora si dibatteva. Da lontano mi gridò, con voce sintetizzata ma stentorea:
-Ricordati di queste parole! La prossima volta che li vedi saltare e la gente intorno a te applaude, torna a casa e olia il fucile.

***

Non ho più dimenticato quel monito. E credo che non dovreste farlo neanche voi. Per questo ho ideato questa campagna.


Fatela girare.

*Allora, troia, ora vediamo se ti piace il pesce [autoironia diabolica. I delfini sanno, ovviamente, di essere dei mammiferi].

categorie:

08 marzo 2007

Tu festeggerai con dolore

Che differenza corre tra la vita di qualche miliardo di esseri umani di sesso femminile, la celebrazione di una lingua neolatina caratterizzata solo dalla rozza peculiarità della pronuncia nasale e del cacofonico accento sull'ultima sillaba e, infine, i cani di pubblica utilità? In effetti nessuna: tutti e tre meritano che venga loro consacrato un giorno del calendario. Quale omaggio bello e sentito. Cani, francesi e donne latrano anzi riconoscenti.
Ma concentriamoci sull'8 marzo. Per un giorno su 365, o 366 nel caso di anni bisestili, viene riconosciuta la parità tra i sessi e anzi applaudita la nobiltà del genere femminile: i maschi sono gentili e disponibili, le pentole si sgrassano da sole e i muri arretrano quando parcheggia una donna.
Che bello! Perché non c'è nulla che innalzi la dignità femminile come una pizza fuori con le amiche, alla faccia di quei maschi egoisti e sporchi, che stasera per una volta mangeranno quello che sono in grado di preparare (in realtà, i compagni, fratelli e padri telefonano alla stessa pizzeria e ordinano una diavola. Ma, come gesto di sensibilità e di rispetto, evitano di sporcare le posate: frullano la pizza e sciacquano poi il contenitore con sputi e preghiere. Ecco perché domani la vostra spremutina di agrumi saprà di nduja). Poi le mimose! Belle mimose gialle e profumate, così gradevoli e gioiose! Va bene, perdono forse un po' di pallettine gialle che si spiaccicano sul pavimento e poi pulire è un casino e lui ne pesta a decine mentre gira per la casa con le mani in tasca fiero di aver contribuito a farvi la festa e poi puzzano di piscio di cane delle praterie dopo dieci ore e la casa è invivibile e i cassonetti ne rigettano a chili e chili, a mazzi, a ceppi, a cespugli interi: ma sono così belle le mimose. Un mazzo di mimose all'anno vale indubitalmente la schiavitù del patriarcato. Sapete cosa? E' una vergogna che nessuno regali mimose alle ragazze infibulate in Africa. Ma aspettate che apra Interflora Sudan, ne riparliamo dopo.
Né è per nulla liquidatorio, offensivo e sessista che esista un giorno in cui se celebra la festa delle donne. E 364 nei quali la festa è alle, raramente con le. No, no. Non è come i calciatori che entrano in campo la domenica stringendo le manine dei bambini orfani poliomielitici e negri, con lo striscione per non dimenticare *inserisci testo retorico*; poi dopo cinque minuti tutti a simulare nell'area di rigore, mentre i bambini puliscono gli scarpini negli spogliatoi. E' una cosa tutta diversa: le donne, le scarpe le puliscono molto meglio. Oggi però è l'8 marzo e le rispettiamo tanto e le portiamo a fare un giro con il guinzaglio lungo. Ma non le eleggiamo in parlamento perché è faticoso stare a Roma -e poi a quel povero marito chi prepara i tortellini?, le licenziamo se rimangono incinte perché la famiglia non è conciliabile con il lavoro, le perseguitiamo se ci lasciano perché chi abbandona la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova.
E se invece uno i fiori ve li comprasse domani? Dureranno anche di più. E non prendo quelli che puzzano di piscio.

Buon 9 marzo a tutte.

categorie:

06 marzo 2007

Sogni che si infrangono

E dunque si è sposata Liz Hurley. Adesso mi restano Charlize Theron e Halle Berry e poi sarò ufficialmente un fallito matrimoniale.

categorie: ,

02 marzo 2007

I dialoghi del pene

[L'autore è solo, seduto su una sedia di paglia. Legge distrattamente e pensa. All'improvviso, una voce bassa di tono riecheggia nella stanza.]
-E allora?
-Ma chi ha parlato?
-Sono io! Il tuo pene!
-E che vuoi da me?
-Ah! Certo che sei di legno. La bocca, che vuole da te?
-Beh, cibo.
-E il cervello?
-Stimoli.
-E io, che vorrò mai?
-...
-Puoi arrivarci.
-Non costringermi ad essere volgare.
-Non c'è bisogno che tu sia volgare. Basta che ti sforzi di essere analitico.
-E' un attimo un po' così, dai. Passerà.
-Attimo, fermati: sei bello! Tuttavia dura da un po' troppo, quest'attimo, e non è neanche così bello.
-Il mio pene cita Goethe.
-E allora? Sono un cazzo, non un cazzone. Ma non cercare di svicolare: quando si tromba?
-Come sei triviale.
-Triviale io! Ti sputerei, se avessi abbastanza pressione. Ma a che devo pensare, al campionato ungherese? Che ha fatto l'Ujpest Dosza?
-Non lo so, 'spetta che controllo.
-Cosa controlli, cretino! Pensa piuttosto a trovare una donna che sia degna di questo nome; nel cervello, nel cuore e nella vagina.
-Come se fosse facile.
-Non è neanche difficile. Ce ne sono, lì fuori, di creature belle e leggiadre e di corpi soffici e avvolgenti. Certo, se poi ti sei infinocchito, il discorso cambia.
-Bravo, ora fai anche l'omofobo? Complimenti.
-Mai sofferto di omofobia, caro mio. Queste sono pugnette che vi fate voi lassù, dotati di cervello; io preferisco un altro genere di masturbazione. La mia è una considerazione pratica: non vedo perché dovrei entrare in un posto da cui escono degli stronzi. E' un po' come andare al Billionaire quando sta per chiudere.
-...
-Poi, va bè, sarò un po' vetero, però questa cosa mi pare un po', come dire?, borghese. Lo so che sono scelte personali e che non sono giudicabili moralmente, ma talvolta mi sembra un atto di egoismo. Invece, quando incontro una vagina, ho ben presente che sono lì per far crescere e fiorire qualcosa.
-Bah, mi pare che tu stia sparando cazzate. Ma se continui coi discorsi contro i gay magari ti fanno senatore a vita.
-Così poi mi metto tra Rossi e Turigliatto. Credo che un cazzo, in mezzo a due che hanno votato contro il governo di sinistra, ci stia proprio bene.
-Ora fai anche satira politica?
-Noioso, sei noioso. Fammi un po' giocare, visto che la roba che cerco non me la porti.
-Un pene in Parlamento.
-Sì. Ché poi, ogni pene che si rispetti è di sinistra: il suo ideale è di star bene un momento per far stare bene a lungo la sua compagna. O sbaglio?
-Non fa una piega.
-Già mi vedo nel dibattito in aula; mi accaloro e divento rosso, e non si riesce a muovermi dalla mia posizione.
-E se ti toccano, scatti.
-Sono un compagno all'antica. Auferstanden, aus ruinen...
-Bravo compagno. Farò il possibile per donarti ciò che meriti.
-Una tana calda, solo questo. Sono un po' come Sandokan: la foresta umida delle zone tropicali è il mio elemento naturale, ma se una signorina ci tiene a serrarmi nel tepore delle sue fauci non più minacciose, va bene uguale.
-Purché poi la tizia non mi baci. Credo che sia trasparente: se ci tenessi a sapere di cosa sa il mio sperma, mi farei le seghe in un bicchiere. O no?
-Ora sei tu ad essere inutilmente volgare, rozzo, stupido e ingrato. Capisco perché non vado mai da nessuna parte, se mi tocca affidarmi a te. Idiota. Rozzo.
-Calmo, giovanotto: ricordati che senza di me tu non sei nulla, non combini nulla, non trovi nulla. Sono io quello che parla con le donne, le affascina, le ama.
-Sì, certo. Poi quando le hai sedotte e le porti a letto, prova un po' a spiegare loro che non hai il pene. Io sono il tuo fine ultimo, moro, ricordatelo sempre.
-Remarque era totalmente impotente; eppure ebbe una relazione lunghissima con Marlene Dietrich.
-Remarque ha anche scritto Niente di nuovo sul fronte occidentale. Tu non sei in grado di tenere una biro in mano. Se vuoi ti estrinseco la distanza tra le due cose: tu stai a Remarque come Marte sta alla Terra. La forma è simile, ma su uno dei pianeti non c'è vita intelligente.
-Lo vedi? Sei arrogante.
-Io, arrogante?
-Sì. Te ne stai lì, ti fissi su una cosa, ti paralizzi, indichi senza pudore. E poi sputi in pubblico. Non siamo mica alle medie, dico.
-Sai cos'è? E' che sono molto timido (non vedi, mi imporporo tutto?) e a volte le ragazze non sanno come prendermi. Ma ti ripeto: in fondo sono buono e tollerante. Cavolo, sei stato dei mesi interi con una che non sapeva fare una sega e non ti ho detto nulla!
-Non è vero: era una ragazza intelligente, stimolante, preparata e capace.
-Non voleva essere una metafora, la mia.
-Ah.
-Eh.
-Scusami.
-E' tutto superato, tranquillo. Anche questo aiuta a crescere. E scusa il doppio senso.
-Dai, vediamo come va in futuro. Io sono ottimista, sai.
-Io punto avanti per natura.
-Allora andiamo: il futuro è nostro ed è roseo.
-A me la roba rosea piace un sacco.
[I due si riconciliano con una stretta maschia. Si chiude il sipario.]

categorie:

visite dal 24 ottobre 2006