28 febbraio 2007

Todo lo que yo quiero es amor pa' mi

Avrete presente le suicide girls. D'altronde non ho intenzione di analizzare diffusamente il fenomeno: ciò che si poteva dire su di esso, è stato detto qui. Io non voglio parlare, perciò, io voglio agire. Ho deciso di diventare un suicide boy, o qualcosa del genere. D'altronde se il femminismo ci ha insegnato qualcosa, è che la lotta tra i generi si fa al ribasso: anch'io voglio umiliare la mia dignità e il mio buon senso svergognandomi su Internet. Non posso? Solo perché ho il pisello? Siete dei sessisti, ecco cosa siete.
(In verità c'hanno già provato, ad inventare i suicide boys: ma come esaurientemente dice wikipedia, Infrequent attempts to have this part of the site integrated on a commercial level are often met with derision. Quindi sono anche un incosciente, oltre che un pornografo. Ma va bene).
Ora, siamo onesti: che mi manca per essere un oggetto del desiderio alternativo? Moro, sono moro; pallido, sono pallido; incurante della decenza, lo sono pure, anche se non al livello di una che come autori preferiti elenca Thomas Mann, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Federico Moccia. Un po' come i miei gusti in fatto di gelato! Infatti, io prendo sempre un cono cioccolato, vaniglia e merda. La merda me la faccio mettere sempre come prima palla: così rimane alla fine, piacevolmente impregnando il biscotto. E con questo credo di avere dimostrato la mia indiscutibile credibilità come Suicide Boy. Ora passiamo alla seconda caratteristica da imitare, dopo l'ignoranza assoluta: le foto sgranate e fintamente artistiche. Che oltretutto riscuotono molto successo presso le legioni di frequentatori di quelle pagine: maschi che d'altronde hanno una confidenza col corpo femminile assimilabile a quella di Cecchi Paone, però sotto radice quadrata. Esempio: questa foto qui. Fantastica questa foto, dice un commentatore digitando con una mano sola: ma la sua affermazione contiene ben due errori (tre, contando la pretesa implicita di trovare donne su un sito del genere). Il primo è che quella roba sia fantastica; il secondo, che si tratti di una foto. E' un fotogramma rubato ad un film snuff-porno giapponese, in cui alla fine la protagonista viene uccisa da un samurai vestito da Doraemon. Anzi, se fossi un parente della vittima mi sentirei anche offeso per la mancanza di rispetto. Ma a parte questo: che ci vuole a fare una foto pretenziosa e finto-artistica? Niente. A questo proposito sono orgoglioso di presentarvi il primo photo-set della mia luminosa carriera.

Visioni d'avambraccio
L'occhio della madre proletaria
Intimità
Intimità laterale

Ecco. E ora non vi resta che mettere mano al portafogli e comprarmi le cose che voglio, senza che sia costretto a ricorrere a espedienti sordidi quali la ricerca di un posto di lavoro. Ah, perché mi ero scordato di dirvelo: tutto il baraccone delle ragazze "alternative" e "vere" che si spogliano su internet serve a questo, a convincere gli estimatori a regalare loro tutto quanto desiderano. Ci sono apposite liste dei desideri. Io sono molto umile, però, per cui al momento chiedo solo:
-uno snocciolatore di olive;
-una maglia del Lecco,
-e Il padiglione d'oro di Mishima, perché domenica mi è rimasto sul treno (sì, di sua spontanea volontà).
Se lunedì mattina non è ancora arrivato nulla mi sento tradito.

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