14 dicembre 2006

La ricetta della settimana

Il piatto che ci viene proposto questa volta si basa su ingredienti assolutamente diffusi e ritrovabili quasi in ogni mercato, piazza, bar della nostra bella penisola; purtroppo si trovano sempre più spesso anche nella redazioni dei giornali, nelle televisioni, a Montecitorio e negli altri luoghi dove si governa e si decide. Ci servono dunque:

-un fatto di cronaca particolarmente efferato;
-un immigrato (se lo trovate islamico è meglio, il tutto sarà più saporito);
-forze dell'ordine incapaci sia di prevenire che di indagare, ma in compenso arroganti e prevenute;
-una volontà preconcetta di attaccare i provvedimenti dell'esecutivo afferrando con forza anche il più lurido e doloroso degli appigli;
-una classe politica priva di responsabilità, coerenza, senso del limite e, soprattutto, di vergogna;
-un'informazione pigra e asservita.

Per prima cosa si prenda il fatto di cronaca e lo si sminuzzi ben bene, portando alla luce i particolari più truculenti e pietosi. Al centro, dove c'è più sangue e più malessere, si metta in bella vista l'immigrato (prendete esempio dal Corriere della Sera, chiamatelo "marocchino", ché fa più figura). Tutt'intorno, che formino la crosta, ma stando bene attenti che non interferiscano troppo a fondo con il delitto, ponete una decorazione di sbirri incompetenti in pan di spagna; mescolate il delitto, finché gli schizzi non hanno sommerso l'immigrato (che però dev'essere sempre visibile e restare al centro della scena). A questo punto chiamate politici ed opinionisti, elzeviristi e grandi conoscitori della società italiana, che vomitino bile, fiele e pregiudizi sull'insieme. Presentate il tutto contornato di titolacci a caratteri di scatola, preferibilmente falsi e tendenziosi, e servite urlando la vostra indignazione (non già di cittadini; bensì di italiani).
Quello che vien fuori, anche da cucine prestigiose come quelle della Reuters, è una roba del genere. Ovviamente, si tratta di un pasticcio indigeribile, che non si potrà far altro che rimandare indietro con sdegno. Ma solo qualche anno fa un intruglio simile di paura, malafede ed ignoranza non ce l'avrebbero neanche presentato, se ci riflettete un attimo: vedrete che dovrà passare del tempo, forse, ma ci abitueremo a mandar giù anche di peggio.

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