31 ottobre 2006

Visione manichea della politica locale

Ad inizio 2007 sette comuni della Valle del Marecchia si recheranno al voto per decidere se restare nella Provincia di Pesaro-Urbino, o se invece passare sotto la sovranità di Rimini. Si tratterebbe della seconda mutilazione territoriale inferta al Ducato di Urbino, dopo quella del tutto arbitraria che in seguito all'Unità d'Italia tolse alla città più bella delle Marche il dominio su Gubbio. Ma il punto non è questo, anche se immagino che agli urbinati ruotino -vorticosamente quanto legittimamente- le pale del ventilatore (per il gran caldo) e, sospetto, anche le palle. Il punto è che solo in questi tempi scintillanti del loro stesso vuoto poteva venir in mente a qualcuno di proporre un referendum simile. E' un po' la stessa scelta dei tempi della guerra fredda, se ci pensate*: plastica contro acciaio. E le analogie non finiscono qui, guardate un po' che faccia ha il presidente della provincia di Pesaro-Urbino. Non serve quindi spiegare a voi persone intelligenti quanto sia simbolica la scelta cui sono chiamati i marecchiesi: Urbino contro Rimini significa Marche contro Romagna, Giacomo Leopardi contro Tonino Guerra, Gioacchino Rossini contro Raul Casadei, i Sassi Neri contro le spiagge di mattone, la passerina contro il culo; d'altronde, bisogna essere giusti, Rimini-Urbino è anche Campioni-il sogno contro Campioni-il brusco risveglio. Beh, staremo a vedere. Il mio personale appello ai marecchiesi è solo questo: pensate a come voterebbe Briatore, e poi fate un po' come vi pare.

*senza i gulag, però.

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