29 settembre 2006

L'adolescenza fa male all'amore

Ero lì che guardavo il mondo che girava intorno a me, poi d'improvviso lei sorrise.
"Chissà chi è costei che mi sorride", mi venne spontaneo pensare. Poi arrossii, quando mi sovvenne la possibile lettura volgare del mio pensiero*. Fortuna che non mi aveva sentito nessuno**.
La ragazza si avvicinava a passi lenti e misurati. Ogni passo che faceva era un passo in meno che la separava dal limitare della sua giovinezza. Io lo sapevo, ma ero contento perché lei era bella.
Si sedette vicino a me sulla panchina verde. Io non avevo nulla di intelligente da dirle. Per fortuna, arrivando al parco tre ore prima, avevo trovato sulla panca una copia di Libero ed avevo letto l'editoriale del giorno. Feci uno sforzo per ricordarne esattamente il contenuto e le espressioni e poi, con un bel sorriso, le ripetei tutto il contrario.
Lei mi ascoltava con attenzione, anche se ognuno dei suoi guanti di lana indugiava sul suo omologo di destra/sinistra, sinceramente stupito della sua esistenza, e lei non poteva non tenere d'occhio un simile, raro, spettacolo della natura.
"Interessante", disse alla fine. E sorrise ancora, abbandonando i guanti alla loro capoeira di polpastrelli yoruba. "Ma io ero qui per parlare di Ševčenko".
Disse proprio così, con i due gabbiani a posarsi sulla "s" e sulla "c"***, e io seppi che mi piaceva, oltre ad essere bella.
"Sai che oggi è il suo compleanno", riprese lei, e mi guardò negli occhi.
"Anche di Berlusconi", risposi io, e volevo toccarle la punta del naso.
"Vero, ma Ševčenko è giovane e biondo e a lui si può perdonare".
"Non è poi giovanissimo, oramai".
"Infatti tante cose non gliele perdoniamo".
Io sollevai il viso per guardarla bene e dirle che era bella, ma proprio in quel momento Numana entrò in collisione con un meteorite che cambiò di pochissimo l'inclinazione dell'asse terrestre, quel tanto che bastava a far entrare il mondo in Jack Frusciante è uscito dal gruppo.
Io sulla mia panca sentii solo un rumore secco, come uno gnomo con il casco integrale che prende la rincorsa e sbatte fortissimo contro una cassetta della posta, e non diedi troppa importanza alla cosa.
Stavo per spiegarle ciò che pensavo di lei, e pensavo di lei che era come il gol di Андрій Миколайович Шевченко alla Juve tanti anni fa, inaspettato e meraviglioso, quando la mia bocca disse in effetti:"Che poi quando ti ho visto è stato subito come i Negu Gorriak che si calano e poi suonano Gora Herria, è stata una di quelle botte che dopo può succedere di tutto, tipo che anche Gary Lineker si sarebbe fatto espellere in cinque minuti se ti avesse visto, se avesse avuto una come te che lo aspettava in bici davanti White Hart Lane, allora il vecchio Gary non ci avrebbe pensato un minuto ad allungare un pugno al balordo con la maglia degli Wolves, che gli sussurrava cose sulla madre (brutte cose, lasciami dire, cose lette e memorizzate tanti anni prima al cesso del scuole medie, giù a Swindon). Che poi tutto il pubblico l'avrebbe applaudito, al vecchio Gary che usciva, perché allora c'era ancora un odore di 4 Skins nell'aria cockney, e un pugno era pur sempre una bella risposta. E poi Gary sarebbe uscito dallo stadio, con la sua incredibile maglia bianca e la faccia da Lord, e sarebbe salito sulla sua, di bici, e ti avrebbe seguito fino al primo parco, mentre la gente a White Hart Lane continuava ad applaudire e gli Wolves non sapevano se battere quella punzione o andare a chiedere scusa. Kazzo, io ora come ora mi sento così! e sono felice! Felice che ci siamo solo noi due qui, e andiamo in bici e il resto della gente al parco parla ma è già morta e non lo sa. E io ti voglio prendere per mano e ridere con te mentre io parlo di non so cosa e tu ti nascondi nell'erba alta".
Che diavolo avevo detto?
"Scusa giovane, morto a chi?", disse uno degli altri nel parco, sentitosi denigrato e non avendo evidentemente colto il pathos adolescenziale.
La ragazza mi fissava con gli occhi sbarrati. Fu proprio allora che gli ingegneri danesi del pronto intervento rimisero a posto l'asse terrestre e annullarono ogni possibilità di spiegarle i motivi della mia uscita.
Lei si alzò dalla panchina, senza perdermi di vista. Non sapendo che aspettarsi da me, si allontanò pian piano, dapprima camminando all'indietro, poi si girò e corse via.
Io avevo perso per sempre colei che così profondamente mi aveva colpito, e senza neanche che fossi riuscito a dire una sola parola su Valeri Lobanovski.
Sentivo che avrei potuto amarla, se solo Enrico Brizzi non si fosse messo tra me e lei, molesto ed inatteso come un canguro in camera da letto, un giorno che volete fare l'amore con la vostra donna.
Io me ne andai maledicendolo aspramente (Brizzi, non il canguro). Salii sulla mia bici e mi lanciai a perdifiato per la discesa di via Justin Fashanu, cercando di raggiungere una velocità sufficiente a rendere impossibile ogni tentativo di tenere gli occhi aperti senza piangere. Ed era proprio la scusa di cui avevo bisogno, mentre pedalavo via dal mio dolore, e saettavo come Girardengo, solo più alto e ska.

*Per capire la possibile lettura volgare cui accenna il protagonista di questo post bisogna avere una certa familiarità con la scrittura armena e con gli archivi segreti di Laiazzo/Ayas. Ma non è importante, anche togliere le zecche a vs. nonna non è male come hobby.
**Che i pensieri si possano ascoltare o no, è materia controversa. La Sony in ogni caso dispera di riuscire a presentare il suo Thinkplayer prima del 2009.
***Per l'idea dei gabbiani, grazie Milan. Kundera.

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Sondaggio

Secodo voi, dal punto di vista strettamente morale*, è peggio Hitler o Enzo Iacchetti?

Prima di rispondere avventatamente considerate che Hitler era a capo del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, con il quale è salito al potere nel 1933 iniziando ben presto a costruire una dittatura aggressiva verso l'estero e spietata verso l'interno, che sotto il suo dominio e la sua regia la Germania, che già aveva cominciato in tempo di pace a rinchiudere e sterminare i suoi nemici interni, nel 1939 ha causato la seconda guerra mondiale, che in base ad un disegno ben preciso elaborato in massima parte proprio dal dittatore austro-tedesco questa guerra si è trasformata per molti popoli occupati in una campagna di metodico sterminio, come per gli slavi- o di totale annichilimento, come per gli ebrei e gli zingari, che l'Europa è uscita sottomessa e devastata dal conflitto, che la stessa Germania ha avuto milioni di morti ed ha perso, forse per sempre, un certo orgoglio e una certa autorevolezza nazionali.
Però Hitler aveva scritto tutto questo nel Mein Kampf, crimine più, crimine meno. Ha solo messo in pratica il suo programma e le idee in cui credeva.

Viceversa, Enzo Iacchetti è apparso in televisione come quello umile, alla mano, popolare. Quello che si accontentava della sua vita umile, alla mano, popolare, della sua amata famiglia e dei figli avuti da un matrimonio forse banale, ma del quale lui andava molto fiero, tanto da esibire qualche volta un pargoletto in tivù. Eh. Qualche anno dopo, la banalità forse stufava. Boff (rumore di uno sbuffo da banalità malsopportata), vero?

E ora rispondete al sondaggio. E ricordatevi che nel segreto dell'urna Dio vi vede, e potrebbe vergognarsi per voi.

*morale è diverso da storico. Non solo le lettere non coincidono, anche il significato diverge. Grazie.

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27 settembre 2006

Diritto di saccheggio

Non mi va di fare un post sensato. Allora butto giù un po' di spunti, frasi e roba varia. Chiunque le trovi simpatiche o deliziosamente ributtanti, o vere o verosimili (che poi è la stessa cosa), può riprenderle e utilizzarle per il proprio blog o la propria vita (che spero non sia la stessa cosa), o per portarci a letto ragazze o impressionare professori di sociologia. Ma basta introdurre, si scriva.

1)Una volta sono stato a San Salvo, ho guardato il mare e c'erano solo pedalò, da lì fino alla Croazia. Ragione per cui ho camminato fino in Croazia senza bagnarmi i piedi. Lì ho incontrato una donna con degli occhi chiari che mi guardavano fisso, mi sono sposato, ho avuto dei figli. Uno di loro adesso è in galera per via di una rissa dopo una partita dell'Hajduk. La vita è molto strana.
2)Era il 2002 e l'hashish mi ha salvato la vita. E questa è una storia vera.
3)E se tutto quello in cui avete creduto finora si rivelasse morbido?
4)Una copertina di AL, credo del 1997. Ogni volta che ci ripenso mi viene da piangere, e non perché ERON non fosse bravo.
5)Hai voglia di dare un pugno alla persona sdraiata accanto a te (la quale, si badi, ha l'unica colpa di volerti bene), e questo ti fa stare male. E più stai male, più ti viene voglia di darle un pugno. Sbatti i denti e sudi. La persona accanto a te dorme serena, e sogna che la stai baciando.
6)Sono un soldato mongolo e ho appena partecipato alla presa del Castello di quel maledetto Vecchio Assassino. Ora l'ordine che mi hanno dato è di tagliare la gola a tutti quelli che si trovano nella fortezza, alle donne velate e terrorizzate, ai cani e ai gatti, ai fanatici guerrieri, ai canarini ciechi in gabbia, ai bambini rosei e teneri. Ma come si fa a tagliare la gola ad un gattino nero con gli occhi ancora chiusi? Che mestiere infame, il mio.
7)Meglio negri o xenofobi? Segue dibattito.
8)Se adesso come adesso avessi dei cocomeri li farei rotolare per l'A14.
9)Lui è Matarrese e deve procedere al rinnovamento del calcio italiano. Dove diavolo sarà finita la faina a cui ho dato le chiavi del pollaio?
10)Ho 7 dita per mano e non vedo perché dovrei suonare il flauto dolce.
11)Non è successo, ma facciamo conto di sì: nel 1912 la Quadruplice non viene fermata dalla lungimiranza europea e conquista Istanbul. Adesso siamo nel 2006, i Balcani stanno un po' meglio e Calderoli ha qualche difficoltà a trovare argomenti su cui straparlare, perché la Turchia non è che possa chiedere di entrare in Europa. Va bene la faccia tosta, ma c'è un limite a tutto.
12)Biškek: impressioni di viaggio.
13)Peni umani in salamoia. E se l'insalata di mare la prendessimo domani?
14)Cruijff.
15)Sono molto fiero di essere italiano. Nel luglio 2001 ero a Genova.
-Ora, cerca di argomentare per quale motivo non dovremmo ritenerti schizofrenico.
16)Le lotte di religione, che cosa inutile. Basta aspettare di morire e poi vediamo chi aveva ragione. Se poi proprio non vi va di attendere ammazzatevi. Magari un po' più in là, ecco.
17)Non è passato poi molto da quando questo posto era solo una brodaglia di tutto a temperature incandescenti, l'aria era satura di gas letali e la vita era solo un abbozzo di pensiero venuto un giorno ad una molecola di carbonio più ardita delle altre. Per cui secondo me ci sta di sbagliare strada.

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20 settembre 2006

La realtà è inferiore

Signore e signori, benvenuti a Norimberga (Franconia), dove questa sera il noto artista Albrecht Dürer sfida la perfezione del creato. Dopo il tradizionale scambio dei gagliardetti, sarà il mondo tangibile ad iniziare la gara. Vediamo che esso si dirige verso la curva dove sono assiepati gli ultras creazionisti; si notano diversi preti, mullah e rabbini a cavalcioni sulla ringhiera, mentre guidano il tifo e lanciano svariati cori a favore dell'infallibilità del Creatore e dell'imperfettibilità del suo Creato. L'inferiorità dell'uomo e della sua potenza creatrice è sottolineata da slogan quali "Uomo, Uomo, Vaffanculo" e "Devi pentirti". Ma ecco che si inizia il confronto: è la realtà a tenere palla. Cincischia... Perde tempo... Dürer dal canto suo si limita ad attendere, sornione. Ecco che finalmente c'è l'affondo del creato: si tratta della lepre comune -o forse di un coniglio nano. Lo vediamo con chiarezza nella prima foto*. L'esultanza dei supporters della realtà è incontenibile. Bengala e turiboli ardono tra gli ultras tradizionalisti. In effetti, ci troviamo di fronte ad una forma di vita in grado di mangiare, cagare, produrre numerose altre lepri (sia pure in collaborazione con un proprio simile). Una bella prova davvero della potenza e precisione cui Dio, o chi per Lui, ci ha da tempo abituati. L'incisore norimberghese non sembra tuttavia eccessivamente scosso. Si riassesta i lunghi capelli biondi e risponde da par suo, con la sua Lepre (che voi lettori che ci seguite da casa potete ammirare nella piazza chiamata Beim Tiergärtnertor, presso il Castello di Norimberga): signori, ci troviamo di fronte ad un colpo da maestro. Questa lepre non sporca, non muore, è bellissima e perfetta, e -ciò che più conta- è ben più facile vedere un'anima attraverso i suoi occhi bronzei che attraverso quelli, sia pure vivi e pulsanti, della lepre di carne. La realtà è al tappeto, né sembra in grado di riprendersi. Lo sgomento serpeggia tra i sostenitori del mondo tangibile, che preferiscono aggrapparsi a pretesti per non dover ammettere la sconfitta: sentiamo alte grida di "Materialismo" e "Comunismo" all'indirizzo di Dürer. Proteste vane e insensate, se ci consentite un giudizio da cronisti, giacché è evidente che non si può parlare di mero materialismo dinanzi ad una prova così completa della capacità trascendentale dell'uomo e della sua arte. Amici e amiche, vi lasciamo e ci complimentiamo con voi, testimoni di un evento storico: l'Umanità, nella persona di Albrecht Dürer, ha dimostrato questa sera che partendo dalla cruda realtà in cui vive essa sa giungere talvolta all'Altissimo e al Sublime, e che se è vero che la polvere tornerà polvere, risulta anche che la polvere e la cenere di tanto in tanto sanno farsi pietra e Storia. Da Norimberga è tutto, vi auguriamo un buon proseguimento.

*Incidentalmente, si tratta della lepre (o coniglio nano?) della mia ex.

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15 settembre 2006

Civilizzazione pirenaica/1

Ero lì che prendevo a pugni un uomo solo perché era stato un po' scortese, quando squillò il telefono. Spostai l'uomo in modalità stand-by-sberlotti e risposi affabilmente, come mi hanno insegnato al Collegio Cattolico Apostolico di NS. Signora dei Vivaisti, al 33° chilometro della statale Jonica. Come capita raramente, era il direttore sportivo dell'Athletic Bilbao. Mi misi comodo. Ero pronto a tutto.
"Senti", fece lui.
"Ti seguo", risposi. Mi titillavo un orecchio con un piede, come i felini più alla moda, e intanto mi chiedevo cosa diamine volesse da me. Non sarà mica per quella vecchia storia? Io non volevo proprio mutilare il regno di Navarra, è stato solo un errore di calcolo. Lo giuro, lo giuro.
"Hai un basco per le mani?". Il suo tono era brusco e insieme impaurito.
"Eh?". Dove stava cercando di andare a parare? L'uomo sgattaiolò dalla porta. Feci finta di non vederlo. D'altronde aveva ricevuto il suo: la prossima volta vediamo se osi ancora rivolgerti a me sbagliando il vocativo.
"Non farmi perdere tempo. Ce l'hai o no un basco? Lo sai meglio di me, che noi possiamo far giocare solo baschi".
"Sossio Aruta non è di San Sebastian?".
"No. E' di Castellamare di Stabia (NA)".
"Allora no. Ne avevo un paio, ma devo averli persi nel trasloco".
"Capisco. L'unica cosa da fare è una religione rivelata, a questo punto".
"Mmmmh".
"...Immaginati l'arcangelo Gabriele che appare in Viale Ceccarini a Riccione: pentitevi, smettete di scaricare suonerie per cellulari e diventate baschi! Stretta è la via della salvezza, e precedente all'arrivo degli indoeuropei".
"Mmmmmmmh".
"...E se tornando da qualche discoteca Stellone, Borriello, De Vezze, magari anche Canini vedono la mistica apparizione e si convertono al neobaschismo apocalittico, io penso che per qualche anno siamo a posto. Se riusciamo a convincere Coda dell'Udinese, poi, siamo a cavallo".
"Kanini potrebbe essere l'erede di Karanka, in effetti. Alla Samb l'ho visto bene".
"Vero? Sapevo che avresti capito. Ce la fai a portarmi un arcangelo a Riccione martedì prossimo?".
"Martedì dovrei essere in Slovenia. C'è la presentazione del calendario Orsi Nudi 2007, l'evento erotico della Mitteleuropa del terzo millennio".
"Facciamo venerdì?".
"Secondo me è meglio domenica sera a Milano Marittima. Parlo con un frate amico mio, non dovrebbero esserci problemi".
"E se poi mi si converte Vieri e vuole venire a tutti i costi da noi? Allora era meglio Ziganda, cazzo. Milano Marittima è pericolosa, ti dico".
"Che problema è? Mettiamo sui testi sacri che la salvezza alla fine dei tempi si raggiunge anche attraverso il Barakaldo, e morta lì. Vieri in giallonero, né Dio né Blatter ci troveranno nulla da ridire".
"Va bene. Allora faccio un giro di telefonate in tipografia e dico di preparare il Libro Sacro. Che roba ci metto dentro?".
"Le solite cose: pentitevi, e avrete in eterno un posto al San Mamès primi anni '80, accanto alla recinzione. Perseverate nel peccato, e sarete gli estetisti di Cassano fino a che il sole non si stancherà di bruciare".
"Buono. Questa cosa di Cassano me la segno. Ci sei per una cena di pesce a Marzocca dopodomani?".
"Non lo so. Forse c'è tafferugli e pranzo al sacco dopo Ancona-Ravenna, ho dato una mezza parola".
"Fai come vuoi. Senti, io ora ti saluto. Se ci sono problemi con l'Arcangelo, o c'è un'ordinanza comunale contro le apparizioni nei giorni di mercato, lascia stare tutto a va' a Milano con un Ducato a rapire Andreolli dell'Inter. Poi lo teniamo due anni recluso da noi e gli facciamo credere che è il figlio di Iban Mayo. Da' retta a me, quello in tre-quattro anni diventa il migliore di tutti".
"Può essere, può essere. Ci sentiamo, allora".
Il telefono era muto. Avevo sognato tutto? Per sicurezza, uscii a comprare dei raudi, da gettare sulla folla adorante per accrescere l'effetto ieratico. Poi selezionai il numero della Chiesa Cattolica ed attesi. Non potevo lasciare che l'Athletic Bilbao fondasse un'eresia senza avvertire i capi.
Squilla, bene.

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13 settembre 2006

Spettacolare debolezza di Dio

In realtà volevo scrivere qualcosa su Manuel Juan Pellicer, nato in Aragona nel 1617, carrettiere di professione, che nel 1637 ha una gamba schiacciata sotto la ruota di un carro a Castellón de la Plana; gamba che poi dovettero amputare, per via di una cancrena incipiente che non faceva sperare nulla di buono. Poi, il 29 marzo 1640, quella stessa gamba gli viene restituita. Non è che si trova ad averne un'altra, magari più bella: gli viene riattaccata in qualche modo la stessa gamba che ha perso quasi tre anni prima, nel frattempo sepolta a Saragozza. Non solo è la stessa, ma Pellicer si trova anche ad avere una cicatrice circolare sotto il ginocchio, dove la gamba viene riattaccata. Il re di Spagna si interessa della cosa, bacia devotamente l'arto miracolato, ma non si sogna nemmeno di premiare in qualche maniera il già fortunato Pellicer. Questi in effetti morirà mendico, come mendico era vissuto tra il 1637 e il 1640. Ecco, questo è il fatto. Però su una cosa del genere che vuoi scrivere? Io a Dio non ci credo, ma mi fa comunque piacere che ogni tanto mostri di essere un Dio di carne e sangue, non un Dio fighetto ed etereo, buono giusto per i cataloghi Adelphi. Questo miracolo mi piace, decisamente mi piace, anche se è parziale, ingiusto e in fondo mostra solo la debolezza di Dio. Che poi è ciò che fa ogni miracolo. Sto leggendo "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", mi piace anche quello. Dio ha uno strano rapporto con la penisola iberica, mi sa. In ogni caso molto stretto e molto profondo. Quando ho tempo voglio imparare il portoghese.

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11 settembre 2006

Lonsdale (occhio: questo post non ha alcun senso)

Qualche giorno fa ho buttato giù un elenco di cose che ho lasciato a Norimberga. L'ho scritto il giorno prima di partire, quindi non sapevo ancora che avrei lasciato nella bellissima città in riva al Pegnitz anche un giacchetto bordeaux, o granata scuro-quasi amaranto che dir si voglia, al quale sono molto affezionato. E' un giacchetto della Lonsdale. In Germania portare roba della Lonsdale equivale a mostrarsi un po' fascistello (si consideri che, inspiegabilmente, i tedeschi sono a digiuno della pur elementare nozione di "redskin"). Se poi uno porta i capelli corti corti e la polo, l'impressione si rafforza. Io porto i capelli corti corti e la polo. Insomma, il mio abbigliamento mi ha indirizzato qualche sguardo tra lo sbigottito e il minaccioso, ma ha anche contribuito a tenere lontani da me quei cazzo di figli di papà che si divertono a fare i punkettoni e a rompere i coglioni alla società prima di tornare a casa, prendere il comando dell'azienda di famiglia e votare UDC (in Germania, credo CSU o FDP). Poi, bisogna essere onesti, ci sono anche i punkettoni bravi e sensati, in Germania almeno -perché in Italia sono tutti o quasi dei figli di papà, con la parola "membro della borghesia" leggibile in fronte a 6,25 metri di distanza; ma al momento non ho intenzione di parlare di punkettoni e di sottoculture giovanili. Parlo di una sera a Berlino. Una sera a Berlino un turco non mi fa entrare in un posto, tra parentesi un posto del cazzo, perché "sei un fascista e qui i fascisti non entrano". Ora, a me fascista non me lo deve dire nessuno, ma se me lo dice un turco mi incazzo di più. Io esisto da 25 anni; in questi 25 anni mai una volta ho sterminato gli armeni, mai ho abbracciato religioni arretrate e patriarcali nella loro versione più arretrata e patriarcale, mai mi sono messo ad instaurare regimi dominati dai militari e improntati al più becero e aggressivo nazionalismo vittimista, mai ho invaso Cipro né l'ho popolata con coloni portati dalla mia patria. Inoltre, ho motivo di ritenere che nessuna donna della mia famiglia abbia mai fatto l'amore con un grosso lupo grigio. E' vero che tifo Fenerbahce, ma questa non la considero una colpa. Per tutte le ragioni di sopra mi sono sentito in dovere di sclerare, tra le altre cose calciando per questa via dietro all'Alex il mio bellissimo giacchetto da fascista, e sono entrato gratis. Ma poi il locale non era granché.
In conclusione di questo insulso post: spero che me lo spediscano quel giacchetto, perché ci tengo.

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07 settembre 2006

La lontananza, sai*, è come il vento

Siamo stati distanti per mesi, ma non ti ho mai dimenticato. Ogni mattina, il primo pensiero era per te. Le tue curve, il tuo pallido incarnato, la tua dolce e intima conoscenza del mio corpo. Non eri con me, e non puoi capire quanto ti abbia desiderato, quanto mi fossi necessario, quanto mi sia mancata la tua carezza. Non ti abbandonerò mai più, lo giuro. Ti amo, bidè.

*e se non lo sai: sappilo.

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05 settembre 2006

Devozione popolare

Norimberga, Germanisches Nationalmuseum.


Sì, è proprio lui. Chi vuole prenotarsi per avere copie in formato gigante di questa foto mi faccia sapere.

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Omaggio alla Franconia-Eine Huldigung zu Franken

Dopodomani parto, e non so quando torno. Ma a Norimberga lascio:
-due occhi marroni, i miei occhi, che non sapevano niente e ora sono felici e tristi;
-mezzo cuore, la metà che non ha dubbi;
-un pisello, che non se l'aspettava mica;
-due mani, che vogliono ancora donna e ancora bici;
-un'anima, che ho utilizzato quasi più in quattro mesi che nei venticinque anni precedenti.
In cambio, Norimberga mi dà:
-due occhi grigi, che hanno visto Weimar e Jena e spero me le raccontino;
-i pensieri di persone che prima non sapevano. Ora sanno, mi pensano, mi nutrono;
-il ricordo del rame che splende al tramonto;
-una speranza, che nella mia vita ci sia sempre Norimberga, anche un'altra;
-la calda sicurezza, che ogni giorno c'è la felicità in offerta (1 euro, tre pezzi).

Übermorgen muss ich weg, und ich weiß ganz nicht, wann ich zurückkehre. In Nürnberg lasse ich aber:
-zwei braune Augen, meine Augen, die nichts wussten und nun froh und traurig sind;
-halbes Herz, die Hälfte, die zweifellos ist;
-einen Schwanz, der das doch nicht erwartete;
-zwei Hände, die noch Frau und noch Rad wollen;
-eine Seele, die ich in diesen vier Monaten fast mehr als in den fünfundzwanzig Jahren davor benutzt habe.
Im Tausch gibt mir Nürnberg:
-zwei graue Augen, die Weimar und Jena gesehen haben -und ich hoffe, dass sie mir erzählen werden;
-die Gedanken von Menschen, die früher nicht wussten. Jetzt wissen sie, an mich denken, mich nähren:
-die Erinnerung vom Kupfer, das an der Sonnenausgang glänzt;
-eine Hoffnung, dass es in meinem ganzen Leben Nürnberg gibt (dies oder ein anderes);
-die warme Sicherheit, ist Glücklichkeit jeden Tag im Angebot zu finden (1 Euro, 3 Stücke).

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01 settembre 2006

Liebe ohne Ende, Liebe ohne Ende, Liebe ohne Ende, pappà

L'amore, o quel che è, è un bel casino. Presempio:
1) Non stiamo più insieme, ed è stata una decisione saggia. Però adesso baciami.
2) Sì, stiamo insieme e ti voglio bene sul serio, ma il solo pensiero di andare di nuovo a letto con te mi annichilisce. Posso andare a morire in bagno, mentre tu ti spogli?
3) Forse non sono innamorato di te, in effetti, ma ho un'erezione: può essere che non basti?
4) Se parto e saremo lontani non mi aspettare, vivi la tua vita, fai ciò che vuoi del tuo cuore e del tuo letto. Sappi tuttavia che, se torno, in dieci minuti sarò di nuovo qui, e spazzerò via a calci, pugni e morsi qualsiasi forma di vita parassitaria che usurpi il mio posto, e netterò con furia e precisione ogni molecola estranea che abbia osato amare la mia donna. Guardo anche nelle federe.
5) Probabilmente ti amo, ma non sono innamorato di te.
6) Ti voglio un po' bene, direi. Contenta?
7) Perché, oltre a questo c'è altro? Vuoi dire che ci si può amare anche in posizione verticale?
8) Adesso sì, moltissimo, fino a farmi sanguinare il cuore, fino ad urlare di dolore ogni volta che si chiude quella porta e tu te ne vai, fino a desiderare di nutrirmi del tuo cuore, per averlo con me sempre. Domani o anche solo se ripeti la domanda, non lo so.
9) Più non mi ami, più io ti amo, più mi respingi, più mi innamoro. Ma quando cambierai idea non ti cagherò; ho una dignità, io.
10) Sant'Agostino ha scritto che si raggiunge la fede anche attraverso la ragione. E tu, se ti dico che penso che razionalmente tu sia una gran donna, che bisognerebbe fare dei figli* con te e non lasciarti mai, ma che non sono affatto innamorato di te, tu ti incazzi? Ma chi ti credi di essere, oh, pensi di essere migliore di Sant'Agostino?
11) Adesso vieni a letto, poi ti rispondo.

*ma mica due: parecchi.


(A proposito, comprate dischi su dischi degli 2raumwohnung. A me piacciono, quindi sono bravi).

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